mercoledì 22 agosto 2007

Un esercizio spirituale: Il campo

Immagino di ritirarmi in un posto solitario per fare a me stesso il dono della solitudine, perché la solitudine è un tempo nel quale vedo le cose come sono. Quali sono le piccole cose nella vita che la mancanza di solitudine ha eccessivamente ingigantito? Quali sono le cose veramente importanti per le quali trovo troppo poco tempo?
La solitudine è un tempo per prendere decisioni. Quali decisioni devo prendere o riconsiderare in questo particolare momento della mia vita? Ora decido che tipo di giornata sarà oggi.
Sarà una giornata per fare? Faccio un elenco delle cose che voglio veramente fare oggi.
Sarà anche una giornata per essere, nessuno sforzo per ottenere risultati, per fare cose, per guadagnare o possedere, ma solo per essere? La mia vita non porterà frutto finché non avrò imparato l'arte di non coltivare, l'arte di "perdere" tempo in modo creativo. Così decido quanto tempo dedicare al gioco, ad interessi senza scopo ed improduttivi, al silenzio, all'intimità, al riposo. E domando a me stesso che cosa assaporerò oggi, che cosa toccherò, odorerò, ascolterò e vedrò.
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«Sentivo che era troppo perché potesse essere afferrato da un solo piccolo spirito mortale; ero un intruso in un luogo sacro. Era qualcosa di magico ed al di là delle proprie conoscenze umane esser lassù a contemplare il risveglio della Natura.
Nulla poteva collegare quella scena divina alla vita degli uomini che avevo lasciato laggiù nell’oscurità sotto di me. Continuai ad avanzare inciampando, sgomento fin quasi al terrore quando, proprio nel momento in cui avevo più bisogno di un contatto col mondo umano, si drizzò davanti a me su un pendio, la figura del “Cristo Redentore”.
Non era il corpo sofferente che si vede di solito sospeso alla Croce, ma un essere grande, generoso, dall’ampia veste ondeggiante con le braccia protettrici aperte in un gesto accogliente. Una bella statua, felicemente situata là allo scopo di segnare la frontiera e come segno di pace perpetua fra l’Argentina e il Cile, ma ancor meglio collocata di quel che non avesse inteso lo scultore, poiché in quel luogo offriva un tangibile legame tra l’umano e il divino, legame che Cristo, nella Sua ora, era venuto sulla terra ad offrire».
B.P.

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