giovedì 29 novembre 2007

URGE "SBLOCCARE IL NATALE" 3/3

Dobbiamo, ad ogni costo, “sboccare” il Natale.
Guai se non lo facciamo. Ne va di mezzo la nostra missione.
Il nostro compito è di trasformarci in luce. Che quella luce ci penetri intimamente, ci trasformi, ci renda trasparenti. E gli uomini la possano contemplare in noi e rimanere abbagliati, sentirne tutto il fasciano e resistere alla tentazione di chiudere gli occhi.

Trasformarci in gioia
. Non essere gli arcigni, ringhiosi, severi e macabri custodi della verità e della morale. Non abbiamo il compito di essere dei carcerieri, dei poliziotti, ma dei testimoni della gioia. Far capire che il messaggio di Cristo è un messaggio di salvezza, non di condanna. Un messaggio di liberazione, non di oppressione. Un messaggio di gioia, e non di tristezza.


Trasformarci in dono
. A Natale si usa fare dei doni. Montagne di regali, quintali di carta elegante, chilometri di filo dorato, biglietti di auguri grossi come lenzuoli. Crediamo così di sdebitarci così verso le persone cui dobbiamo riconoscenza. Ma è troppo facile, troppo comodo. Come cristiani abbiamo il dovere, non di fare dei doni, ma di trasformarci in dono. Far sì che la nostra vita sia un dono sensa riserve. Per tutti. Perché tutti gli uomini sono nostri creditori. Perché ciascuno di noi è debitore verso tutti gli altri.
Soprattutto dobbiamo avere il coraggio di specchiarci in quelle tre righe di Luca. Recuperare quella semplicità. Smontare il nostro Natale mastodontico e macchinoso. Per riscoprire quello autentico. Arricchirci di quella povertà. Forse più che la gioia, dobbiamo imparare la tristezza del Natale. E il rimorso di averlo guastato.

“Lo sappiamo di essere dei profanatori, ma agli occhi di Colui che non ha orrore di farsi uno di noi, siamo dei poveri peccatori che, anche in questo Natale, vicino alla gioia di sentirsi redenti, portano l’infinita tristezza di non essere ancora cristiani”(P. Mazzolari).

Nessun commento: